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Marino
dimezzato Il sindaco è rimasto solo La
notizia per la quale il governo abbia pronta una bozza di decreto da
presentare in Consiglio dei ministri per il raccordo operativo tra le
amministrazioni coinvolte nella realizzazione del Giubileo straordinario
della misericordia, ci fa sapere che Marino ha le ore contate. Il sindaco è
oramai evidentemente l’unico ad essere convinto di aver sconfitto il sistema
corruttivo che inquinava la capitale. Infatti a
Palazzo Chigi si sono incominciati a chiedere se piuttosto il sindaco non
fosse nemmeno in grado di rendersi conto del pantano in cui era finito.
Chiaramente è curioso che si sappia di una bozza in questo senso prima che
sia approvata. Il provvedimento del governo dimezzerebbe i poteri del sindaco
in occasione di un evento di portata mondiale, ed il coordinatore che si
affiancherebbe al comune di Roma, avrebbe più del sapore dell’avvisaglia di
un commissariamento. Si è persino speso il nome di Gabrielli. Se non fosse
che il governo parla prima di fare e soprattutto non è affatto detto che
voglia andare fino in fondo, ovvero far dimissionare Marino e indire le
elezioni. Magari il governo ha in mente di darsi un referente di sua fiducia
per gestire il Giubileo, tanti soldi, e controllare un sindaco di cui non ci
si fida, ma non indurre Marino alle dimissioni. Il governo avrebbe Gabrielli
come interlocutore e si sentirebbe in una botte di ferro, ma pur di non
andare al voto anticipato, dove il partito di maggioranza relativa, uscirebbe
con le ossa rotte, come è chiaro e come dicono i sondaggi, si terrebbe volentieri
Marino per l’amministrazione corrente. Per cui mentre il governo sarebbe
tutelato da un’autorità di suo gradimento i cittadini romani continuerebbero
a sorbirsi un sindaco di cui nemmeno più il governo si fida! Se fosse così a Palazzo Chigi davvero per la disperazione,
non sanno più cosa inventarsi. Visto che oramai persino a “l’Espresso” si
sono convinti che con il dovuto garbo, Marino se ne debba andare, il governo
scelga da che parte stare. Sfiduci Marino e dica che anche per il bene
personale del sindaco e delle possibilità di recupero della credibilità del
Pd, sia un atto necessario Marino si dimetta. Altrimenti, se
se la sente, difenda il sindaco di Roma con gli argomenti e la
determinazione necessaria e quindi, per prima cosa, evitando di togliergli di
mano le deleghe per il Giubileo straordinario. Quasi tutto sarebbe
concepibile, tranne chiedere ai cittadini romani di avere nel loro sindaco la
fiducia che il governo avrebbe dimostrato di non avere. Roma, 12 Giugno 2015 |
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